Pensiamo per un attimo al sistema solare. Abbiamo il sole e tutt’attorno i pianeti. Ecco, ora immaginiamo la sede del Seminario di Padova (via del Seminario 29, angolo via Memmo) e indentifichiamola come il sole con tutt’attorno tanti pianeti costituiti da monumenti e luoghi di aggregazione, siano essi di tipo politico, economico o culturale.

Poniamo che l’orbita più lontana di questi pianeti-monumento, rispetto al Seminario-sole, sia al massimo di 2-3 km. Così il Seminario viene a trovarsi al centro di una vasta superficie circolare, quasi tutta circoscritta dalle storiche mura cinquecentesche.

Ultima operazione: ora dal centro tracciamo cinque raggi diretti in cinque diverse direzioni.

Raggio numero 1: Basilica di Santa Giustina, Orto Botanico (il più antico d’Europa e patrimonio Unesco) Seminario

Raggio numero 2: Porta Pontecorvo, Basilica del Santo, Odeo Cornaro, via San Francesco, via Roma, Seminario

Raggio numero 3: Ospedale, Santa Sofia, San Gaetano, Porta Altinate, Caffè Pedrocchi, Palazzo Moroni, Palazzo del Bo, Ghetto, Seminario

Raggio numero 4: Fiera Campionaria, Stazione ferroviaria, piazza Mazzini con il Polo Umanistico, con la sua straordinaria biblioteca, Porta Molino, palazzo del Capitanio, Gran Guardia, Duomo, Battistero del Duomo, Seminario

Raggio numero 5: Cappella degli Scrovegni, chiesa e Museo degli Eremitani, Museo Bottacin, Palazzo delle Poste, Cassa di Risparmio, Piazza Insurrezione, piazze con il palazzo della Ragione, Specola, ex Caserma Piave in procinto di essere trasformata in un Campus Universitario, Seminario.

 

Tutto questo per significare che il Seminario di Padova, a sua volta centro storico di interesse con a fianco la Chiesa di Santa Maria in Vanzo, si trova effettivamente al centro di tutti beni artistici, siti culturali e non solo della città di Padova.

 

Va sottolineato anche il fatto che si sta puntando alla valorizzazione dei tesori che custodisce il Seminario, soprattutto nella sua storica Biblioteca, uno scrigno che racchiude otto secoli di cultura raccontata in manoscritti, incunaboli, e decine di migliaia di libri stampati dal 1500 al 1800, con il solo riferimento alla parte antica della biblioteca.

In Biblioteca è custodita una lettera autografa di Francesco Petrarca, c’è il libro sui Massimi sistemi scritto e appartenuto a Galileo Galilei ricco di sue annotazioni; c’è un’edizione del Corano in latino e arabo, prima in Europa stampata nella tipografia del Seminario; qui ci sono le tracce lasciate da personaggi straordinari come lo stesso San Gregorio Barbarigo, San Pio X, Egidio Forcellini con il suo Lexicon il più grande vocabolario latino di tutti i tempi,  Jacopo Facciolati, Melchiorre Cesarotti e tantissimi altri cui sono intitolate molte vie cittadine. Nella Biblioteca sono custodite migliaia di monete di epoca romana donate al Seminario da Giovanni Battista Sartori Canova fratello di Antonio Canova. Ci sono stampe di una straordinaria bellezza. Nel laboratorio scientifico ci sono strumenti dal valore storico inestimabile, come la pila di Alessandro Volta.

Un Seminario che si trova in posizione centrale rispetto al lunghissimo elenco di eccellenze di cui è ricca la città e che a sua volta possiede “tesori” tanto preziosi quanto ancora poco conosciuti fino ad ora.

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