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La Tipografia del Seminario

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La Tipografia del Seminario venne istituita nel 1684, per volontà del cardinale Gregorio Barbarigo, vescovo di Padova, e nel corso del Settecento fu una delle realtà editoriali più importanti dell’intero stato della Repubblica di Venezia.

La decisione del Barbarigo fu una diretta conseguenza della riforma degli studi operata all’interno del Seminario a partire dal 1678, volta alla preparazione dei futuri sacerdoti della diocesi padovana nelle lingue semite – in particolar modo arabo ed ebraico – oltre che nel greco, in modo da poter essere pronti anche come missionari da inviare nel vicino Oriente e nell’Europa balcanica. Sul mercato librario veneto non vi erano però testi adatti allo studio di tale lingue e quindi già nel 1681 il cardinale si vide costretto a far stampare a Venezia una grammatica elementare di lingua ebraica. Insoddisfatto del risultato, il Barbarigo si risolse a fondare una propria stamperia e, grazie al dono di matrici e punzoni di caratteri da stampa in greco, ebraico arabo e di altre lingue semite da parte del Granduca di Toscana Cosimo III, del duca Borromeo presidente della Biblioteca Ambrosiana di Milano e del cardinale Girolamo Casanate della Tipografia della Propaganda Fide di Roma, fu in grado di avviare l’attività in breve tempo.

Durante il periodo in cui il Barbarigo detenne di fatto la direzione della stamperia in prima persona, ossia fino alla sua morte avvenuta nel 1697, la produzione si basò soprattutto sui testi per la scuola interna del Seminario, su opere per conto terzi e, a partire dal 1690, sui cosiddetti “rossi e neri”, ovvero libri liturgici, che venivano stampati usando inchiostro dei due colori e la cui vendita si rivelò essere molto redditizia.

A partire dall’anno 1700 il nuovo vescovo Giorgio Corner stipulò un contratto con un giovane libraio veneziano matricolato all’arte, Giovanni Manfrè, che divenne unico agente della tipografia padovana operante sulla piazza lagunare. Grazie alla bravura del Manfrè e alla capacità produttiva della tipografia, nel giro di pochi anni l’azienda divenne una delle più importanti dell’intera penisola italiana, diffondendo le proprie stampe fino alla penisola iberica. A Giovanni Manfrè successe nel 1743 il figlio Marcantonio, che continuò la politica di successo del padre senza apprezzabili mutamenti, ma nel 1785 i rapporti commerciali tra le due parti ebbero fine. Il Seminario di Padova formò quindi una società al 50% con la ditta veneziana formata da Giulio Foresti e da Nicolò Bettinelli, società che venne sciolta nel 1809. In questo periodo – precisamente tra il 1783 e il 1817 – vide la luce la più importante e impegnativa edizione dell’intera storia della Tipografia del Seminario, ossia l’Encyclopédie méthodique, che insieme al Lexicon del Forcellini, più volte riedito e aggiornato, diedero chiara fama ai torchi padovani. Dopo il tentativo operato da Giuseppe Furlanetto di pubblicare una collana denominata “Collezione de’ Classici latini”, che però tra il 1813 e il 1819 vide l’uscita di soli 17 volumi, l’attività della Tipografia del Seminario non uscì più dall’ambito del territorio diocesano, in quanto erano stati interrotti i contatti commerciali con la grande distribuzione libraria ed editoriale. Nonostante tali limitazioni i torchi proseguirono ininterrottamente nel loro lavoro fino al 1938.

(Marco Callegari – gennaio 2016)

 

Bibliografia:

  • M. CALLEGARI, «Strategie di produzione libraria a Padova nel Settecento», in «Navigare nei mari dell’umano sapere». Biblioteche e circolazione libraria nel Trentino e nell’Italia del XVIII secolo. Atti del convegno di studio (Rovereto, 25-27 ottobre 2007). A cura di G. PERELLA, Provincia Autonoma di Trento – Soprintendenza per i beni librari e archivistici, Trento 2008, p. 33-43 (in particolare: p. 38-43).

  • P. GNAN (a cura di), “Un affare di dinaro, di diligenza, di scienza”. L’edizione padovana dell’Encyclopédie méthodique (1784-1817). Saggi introduttivi di U. Baldini, E. Franzin, P. Preto, Biblioteca Universitaria, Padova 2005, 76 p., ill.

  • M. CALLEGARI., Dal torchio del tipografo al banco del libraio. Stampatori, editori e librai a Padova dal XV al XVIII secolo (“Quaderni dell’artigianato padovano”, n. 4), Padova, Il Prato 2002, p. 73-95.

  • ID., «La tipografia del Seminario tra Illuminismo e Restaurazione», in L. SITRAN REA (a cura di), Istituzioni culturali, scienze e insegnamento nel Veneto dall’età delle riforme alla restaurazione, Lint, Trieste 2000, p. 253-264.

  • ID., «La tipografia del seminario di Padova fondata dal Barbarigo», in L. BILLANOVICH – P. GIOS (a cura di), Gregorio Barbarigo patrizio veneto vescovo e cardinale nella tarda controriforma (1625-1697). Atti del convegno di studi, Padova 7- 10 novembre 1996, Istituto per la Storia Ecclesiastica Padovana, Padova 1999, vol. I, p. 231-251.

  •  A. PULZE, Giovanni Coi, Gaetano Cognolato, Girolamo Tiraboschi e l’impresa della Encyclopedie Méthodique a Padova alla fine del XVIII secolo. Un dibattito epistolare (tesi di laurea), Università di Padova, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 1998-99.
  • P. DEL NEGRO, «Due progetti enciclopedici nel Veneto del tardo Settecento: dal patrizio Matteo Dandolo all’abate Giovanni Coi», in Studi settecenteschi 16 (1996) p. 289-321.
  • I. DANIELE, «Mons. Giuseppe Bellini (1888-1957). In memoriam», in Libri e stampatori in Padova. Miscellanea di studi storici in onore di mons. G. Bellini, tipografo, editore, libraio, Tipografia Antoniana, Padova 1959, p. VII-XXXI.
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  • G. BELLINI, Storia della Tipografia del Seminario di Padova (1684-1938), Gregoriana, Padova 1938.
  • TIPOGRAFIA DEL SEMINARIO, Saggio dei caratteri, fregi e vignette della Tipografia del Seminario di Padova, Padova 1876.